Ho mangiato di fretta, ed ho tutto sullo stomaco.
Sono stanco, e questo corso mi annoia.
E’ curioso come poco cambi molto, come il confine tra le cose insignificanti e quelle importanti sia impercettibile, ma molto soggettivo.
Viaggio per lavoro da sempre.
Con gli alti ed i bassi dei luoghi, delle frequenze.
Eppure qualcosa è cambiato.
Prima i miei viaggi erano interessanti: conoscevo culture e paesi.
Ora i miei viaggi sono stancanti: conosco persone.
Mi ero imposto di viaggiare tranquillo questa volta, dovevo staccare dal mondo che mi girava attorno e mentre ero bendato mi punzecchiava a tradimento, per innervosirmi, per sfinirmi.
Mi ero ripromesso che sarebbe stato diverso, che mi sarei riposato la mente dalle mille distrazioni dell’ipersessualità, un’ossessione piacevole e costante, ma pur sempre un’ossessione.
Inizialmente la mente l’ho tenuta sgombra.
Ma poi ho iniziato a cedere: sentivo la malattia che si faceva strada dentro di me.
Come si fa a non pensare a certe cose quando appena arrivato in città vedi cartelli come questo, o in albergo porte come questa ?
Beata ignoranza, certo, non c’entra nulla con il significato per gli autoctoni, eppure fa il suo effetto pensare che ci possa essere una strada della perversione ed una stanza della perversione.
Fin lì ancora tutto sotto controllo, ma poi una sera mi sono messo a chiacchierare con la cameriera del ristorante. Chiacchiere innocenti, s'intende, ma mentre parlavo mi accorgevo che ci stavo facendo un pensierino, quel sentimento strano che ti dice "provaci".
Scoperto poi che faceva ancora il liceo e che i suoi genitori erano nel retro bottega mi son detto - "lasciamo stare prima di metterci inutilmente nei guai".
Evitiamo di fare un Grosso guaio a Notre Dame.
giovedì 31 maggio 2007
giovedì 24 maggio 2007
Mumble mumble
Io non so come appaia agli altri questo blog.
A me non appare nella sua interezza.
Sono flash di stati d'animo, non un continuo.
Spesso mi rifugio qui quando mi devo sfogare, troppo spesso causa insonnia dovuta alla rabbia ed alla delusione.
"Dopo la preoccupazione, solo rassegnazione" recita il commento del mio messenger stasera.
Ma nessuno lo nota, o semplicemente nessuno ha voglia di essere trascinato nel baratro, perchè stasera mi sento depresso.
Ho passato un'ora sulla sdraio, al buio, a guardare le stelle con gli occhi liquidi.
Se avessi avuto le palle me ne sarei andato al mare, ma si sa - le palle non ce le ho.
Eppure sono sull'orlo della reazione.
Ho bisogno che qualcuno mi tenda una mano amica però.
Come dice qualcuno: "o lo capisce con le buone, o con le cattive, oppure hai perso".
Ecco, oggi mi sento di avere perso.
E vorrei non essere qui.
Vorrei essere in una festa in maschera.
Dove nessuno mi conosce, nè saprebbe riconoscermi.
O comunque a nessuno interesserebbe farlo: pura anonimicità.
Puro io.
Per esprimermi liberamente, per tirare fuori il marcio che ho dentro.
Per toccarlo, osservarlo, capirlo.
Un atto di purificazione.
L'ultimo atto di un lungo percorso.
Che però nessuno sà dove mi porta.
A me non appare nella sua interezza.
Sono flash di stati d'animo, non un continuo.
Spesso mi rifugio qui quando mi devo sfogare, troppo spesso causa insonnia dovuta alla rabbia ed alla delusione.
"Dopo la preoccupazione, solo rassegnazione" recita il commento del mio messenger stasera.
Ma nessuno lo nota, o semplicemente nessuno ha voglia di essere trascinato nel baratro, perchè stasera mi sento depresso.
Ho passato un'ora sulla sdraio, al buio, a guardare le stelle con gli occhi liquidi.
Se avessi avuto le palle me ne sarei andato al mare, ma si sa - le palle non ce le ho.
Eppure sono sull'orlo della reazione.
Ho bisogno che qualcuno mi tenda una mano amica però.
Come dice qualcuno: "o lo capisce con le buone, o con le cattive, oppure hai perso".
Ecco, oggi mi sento di avere perso.
E vorrei non essere qui.
Vorrei essere in una festa in maschera.
Dove nessuno mi conosce, nè saprebbe riconoscermi.
O comunque a nessuno interesserebbe farlo: pura anonimicità.
Puro io.
Per esprimermi liberamente, per tirare fuori il marcio che ho dentro.
Per toccarlo, osservarlo, capirlo.
Un atto di purificazione.
L'ultimo atto di un lungo percorso.
Che però nessuno sà dove mi porta.
sabato 19 maggio 2007
Confessioni di un'amica
"Non riesco a capire che tipo di amante sei."
Neanche io.
E questo è proprio il bello.
Carpe diem.
Neanche io.
E questo è proprio il bello.
Carpe diem.
martedì 15 maggio 2007
E la terza sia
E la terza fu.
In grande stile. Con trasgressione. Quasi naturalezza.
E' incredibile come una doccia purificatrice, ed una sana corsa facciano il resto.
Non puliscono le coscienze, ma scrollano di dosso le colpe.
Evviva i triangoli. Quelli subdoli e non casuali.
Quelli che danno emozioni di cui nutrirsi.
Quelli che ti fanno gustare la vita.
Avanti la prossima.
In grande stile. Con trasgressione. Quasi naturalezza.
E' incredibile come una doccia purificatrice, ed una sana corsa facciano il resto.
Non puliscono le coscienze, ma scrollano di dosso le colpe.
Evviva i triangoli. Quelli subdoli e non casuali.
Quelli che danno emozioni di cui nutrirsi.
Quelli che ti fanno gustare la vita.
Avanti la prossima.
lunedì 14 maggio 2007
· · · - - - · · ·
E' brutta l'apatia.
Non ci manchiamo più quando sono fuori casa.
Bisticciamo per qualsiasi cosa.
Non accenna mai ad una carezza, un abbraccio.
Eppure non ci vuole un genio a capire che così non va.
La verità è che ci vogliamo bene, ma dubito che ci amiamo.
Il rito dell'andare a letto è ormai da temersi: la noia regna sovrana e la frustrazione aumenta.
Io ho bisogno di emozioni. Forti. Di una che mi sbatte per terra e che mi stupisce ad ogni orgasmo.
Ora sono stufo di chiedere: ha vinto lei. A furia di allontanarmi, negare il problema, pensare solo a non divertirsi ha vinto lei.
L'apatia ha il sopravvento, e sento di aver iniziato a percorrere la spirale.
Oggi non avevo neanche voglia di correre, sarà perchè non ho nessuno da raggiungere.
Ed il pensiero che lei non può darmi quello che voglio mi attanaglia, così come la sua naturale reazione: cercalo altrove.
Carpe diem vero, ma così sento la para (noia) arrivare.
E ne segue la paura che sia difficile uscire dal pantano.
A meno che per formare una coppia solida ci voglia veramente il terzo? Io per una così non credo che mi farei scrupoli.
Non ci manchiamo più quando sono fuori casa.
Bisticciamo per qualsiasi cosa.
Non accenna mai ad una carezza, un abbraccio.
Eppure non ci vuole un genio a capire che così non va.
La verità è che ci vogliamo bene, ma dubito che ci amiamo.
Il rito dell'andare a letto è ormai da temersi: la noia regna sovrana e la frustrazione aumenta.
Io ho bisogno di emozioni. Forti. Di una che mi sbatte per terra e che mi stupisce ad ogni orgasmo.
Ora sono stufo di chiedere: ha vinto lei. A furia di allontanarmi, negare il problema, pensare solo a non divertirsi ha vinto lei.
L'apatia ha il sopravvento, e sento di aver iniziato a percorrere la spirale.
Oggi non avevo neanche voglia di correre, sarà perchè non ho nessuno da raggiungere.
Ed il pensiero che lei non può darmi quello che voglio mi attanaglia, così come la sua naturale reazione: cercalo altrove.
Carpe diem vero, ma così sento la para (noia) arrivare.
E ne segue la paura che sia difficile uscire dal pantano.
A meno che per formare una coppia solida ci voglia veramente il terzo? Io per una così non credo che mi farei scrupoli.
Etichette:
Cara dolce mogliettina,
Uomo col borsello
martedì 8 maggio 2007
Email ad una femmina
Ciao Xxx,
ho provato a chiamarti ieri, ma mi andava inesorabilmente in segreteria...
Volevo ringraziarti. Sabato scorso l'ho visto. Un pò diverso, ma occasione di fantasie e un modo per mettersi a confronto. Per verificare quanto la malattia avanza, per verifcare se ho ancora un minimo di morale. E devo dire che nonostante l'esplicito altenarsi d emozioni forti, immagini crude ed idee malsane non solo ho rispettato quello che non mi provocava nulla (e quindi ne ho dedotto che anche io, nonostante tutto, ho una morale), ma ho letteralmente goduto del treno di ormoni costruito e sostenuto con orgoglio in scene come quella dove lei impiega un tempo surreale, davanti alla finestra del grattacielo, per togliersi delle semplici mutandine; un gesto che voi fate spesso con noncuranza rovinando l'arte di quello che rappresenta - l'importanza delle cose insignificanti. Il valore del superfluo. Il culo che diventa protagonista, e parla senza suoni, ma con un messaggio diretto.
Oppure la scena di lei che si masturba con il vibratore, messa a novanta, davanti - o meglio dando le terga - allo specchio: proprio l'idea che stavo sfruttando per il mio prossimo racconto, lo specchio come scappatoia al sesso con più donne, che ora si arricchisce di nuovi, perversi spunti.
E quell'immagine di una lei truccata ma col viso lavato e lo sguardo fisso che subisce senza reagire.
Per non parlare della scena iniziale, quella dove lei è usata come un autentico oggetto, dove il dettaglio della droga iniettata nella gamba e le sue urla disperate evocano in me solo spettri ancestrali che da tempo dormivano intorpiditi.
E quel suo sguardo assente che trasuda trasgressione ad ogni istante.
Sembra che subisca la situazione, invece ne è la protagonista e fa la prima donna volentieri.
Tutto condito dal rapporto di rispetto e dignità consono della cultura giapponese, che qui però viene stravolto, assume una nuova dimensione.
Grazie per avemi consigliato Tokyo Decadence.
Non mi nascondo nel dirti, e spero che non ti offendi, nel sapere che ho pensato a te e non mi sono risparmiato.
Per una volte sei stata anche tu la compagna preferita delle mie fantasie erotiche.
Marco
---
Ora prego astenersi i soliti bastardi a scrivermi cose del tipo "ma che cazzo ci facevi a guardare pornazzi e a masturbarti da solo il sabato sera, al posto di spassartela in un gioco carnale con una donzella compiacente e porca dentro??".
La risposta che potrei darvi, oltre ad essere ovvia, potrebbe essere molto maleducata.
ho provato a chiamarti ieri, ma mi andava inesorabilmente in segreteria...
Volevo ringraziarti. Sabato scorso l'ho visto. Un pò diverso, ma occasione di fantasie e un modo per mettersi a confronto. Per verificare quanto la malattia avanza, per verifcare se ho ancora un minimo di morale. E devo dire che nonostante l'esplicito altenarsi d emozioni forti, immagini crude ed idee malsane non solo ho rispettato quello che non mi provocava nulla (e quindi ne ho dedotto che anche io, nonostante tutto, ho una morale), ma ho letteralmente goduto del treno di ormoni costruito e sostenuto con orgoglio in scene come quella dove lei impiega un tempo surreale, davanti alla finestra del grattacielo, per togliersi delle semplici mutandine; un gesto che voi fate spesso con noncuranza rovinando l'arte di quello che rappresenta - l'importanza delle cose insignificanti. Il valore del superfluo. Il culo che diventa protagonista, e parla senza suoni, ma con un messaggio diretto.
Oppure la scena di lei che si masturba con il vibratore, messa a novanta, davanti - o meglio dando le terga - allo specchio: proprio l'idea che stavo sfruttando per il mio prossimo racconto, lo specchio come scappatoia al sesso con più donne, che ora si arricchisce di nuovi, perversi spunti.
E quell'immagine di una lei truccata ma col viso lavato e lo sguardo fisso che subisce senza reagire.
Per non parlare della scena iniziale, quella dove lei è usata come un autentico oggetto, dove il dettaglio della droga iniettata nella gamba e le sue urla disperate evocano in me solo spettri ancestrali che da tempo dormivano intorpiditi.
E quel suo sguardo assente che trasuda trasgressione ad ogni istante.
Sembra che subisca la situazione, invece ne è la protagonista e fa la prima donna volentieri.
Tutto condito dal rapporto di rispetto e dignità consono della cultura giapponese, che qui però viene stravolto, assume una nuova dimensione.
Grazie per avemi consigliato Tokyo Decadence.
Non mi nascondo nel dirti, e spero che non ti offendi, nel sapere che ho pensato a te e non mi sono risparmiato.
Per una volte sei stata anche tu la compagna preferita delle mie fantasie erotiche.
Marco
---
Ora prego astenersi i soliti bastardi a scrivermi cose del tipo "ma che cazzo ci facevi a guardare pornazzi e a masturbarti da solo il sabato sera, al posto di spassartela in un gioco carnale con una donzella compiacente e porca dentro??".
La risposta che potrei darvi, oltre ad essere ovvia, potrebbe essere molto maleducata.
domenica 6 maggio 2007
Nonostante tutto, io vi venero
"Piantala" (stronzo è sottinteso).
Le ho messo una mano sul culo, arcuandola un poco per seguire la curva.
"Non fare così che mi ecciti" avrei preferito.
E invece oggi, da Castorama mi ha castrato. Per l'ennesima volta.
Passi che da Ikea su quella Chaise Longue l'avevo chiamata col ditino indice della mano sinistra e con sguardo ammiccante.
Passi che dopo l'ennesima discussione non conclusa, scivolando tra la paura che si concludesse con il solito "ti lamenti sempre" e quella più frequente del "non pensi solo che a quello", le ho spiegato nuovamente che il gioco del sesso può essere spontaneo, per tre ore al posto della tv, in cucina o sull'amaca fuori.
Passi che voleva a tutti i costi sostituire il MIO comodino con una cassettiera, senza che fosse passata attraverso il processo di convincimento per fare apparire quel nuovo arrangiamento immobiliare come scontato e necessario.
Passi che ho azzardato spiegarle che il gioco del sesso non deve essere necessariamente premeditato, ma anzi un qualcosa da contrappore ai canonici dieci minuti, dopo mezzanotte, a luce spenta, sul letto, un orgasmo a testa (o forse due ma solo se lo dice lei).
Passi che ha iniziato alle tre a lamentare mal di gola ("ma non quando ingoio") che poi si è trasformato alle nove di stasera come un ovvio "buonanotte".
Passi che io le ho pure dato svariati abbracci e baci durante la giornata, senza ovviamente che la stessa spontneità fosse ricambiata.
Ma non passa il fatto che se decido di palparla in pubblico lei mi tratta come un cretino.
Io strabocco di ormoni.
Ogni giorno che non lo faccio è come un giorno inutile.
Mi cruccio di stare a perdere tempo, mentre il mondo si muove con il sesso, per il sesso.
La verità è che non vedo figa vera da troppi mesi ormai (eccetto quei pochi giorni di pazzia del "te lo facio vedere io quanto sono meglio delle altre").
Io vi venero. Non tutte, s'intende. Mica è automatico.
Ma la chimica del mio corpo è un cocktail risaputo.
Ormai ci vuole poco per reagire. E la reazione la si ottiene con semplici ricette.
Quando mi guardate parlando disinibite senza parole.
Quando camminando fate ondeggiare le vostre curve come una barca a vela all'ancora in rada.
Quando vi togliete le mutande infilando solo i pollici nell'elastico, ed aprite bene bene il palmo della mano, muovendovi come un bradipo perchè il gesto non finisca mai.
Quando siete vogliose di cazzo, che vi si impregna di umori anche quando dovete fare altro.
Quando pianificate a freddo come divertirvi usandoci.
Quando gemete senza controllo, come se foste animali e non donne.
Quando anelate all'animale che sta per esplodee tra le vostre cosce, o meglio acora tra le vostre chiappe dai glutei contratti.
Quando il miglior atto di devozione è un pompino vero, quello dove la vostra fantasia è in orbita, e non vi ferma nulla neanche il vostro orgasmo .
Ecco perchè vi venero.
Perchè al di là di quello che legalmente possiedo, la mia triste eccezione, so che sapete essere donne.
Di quelle che vivono appieno la loro femminilità.
Di quelle che godono spontaneamente della loro sessualità.
Di quelle che se la spassano.
Frustrazione totale oggi, scompaio perfino dall'online del messenger perchè non voglio proprio parlarne, altrimenti vi faccio un pippone che non finisce più.
Ne parlo solo con me stesso.
Triste. E invidioso.
Le ho messo una mano sul culo, arcuandola un poco per seguire la curva.
"Non fare così che mi ecciti" avrei preferito.
E invece oggi, da Castorama mi ha castrato. Per l'ennesima volta.
Passi che da Ikea su quella Chaise Longue l'avevo chiamata col ditino indice della mano sinistra e con sguardo ammiccante.
Passi che dopo l'ennesima discussione non conclusa, scivolando tra la paura che si concludesse con il solito "ti lamenti sempre" e quella più frequente del "non pensi solo che a quello", le ho spiegato nuovamente che il gioco del sesso può essere spontaneo, per tre ore al posto della tv, in cucina o sull'amaca fuori.
Passi che voleva a tutti i costi sostituire il MIO comodino con una cassettiera, senza che fosse passata attraverso il processo di convincimento per fare apparire quel nuovo arrangiamento immobiliare come scontato e necessario.
Passi che ho azzardato spiegarle che il gioco del sesso non deve essere necessariamente premeditato, ma anzi un qualcosa da contrappore ai canonici dieci minuti, dopo mezzanotte, a luce spenta, sul letto, un orgasmo a testa (o forse due ma solo se lo dice lei).
Passi che ha iniziato alle tre a lamentare mal di gola ("ma non quando ingoio") che poi si è trasformato alle nove di stasera come un ovvio "buonanotte".
Passi che io le ho pure dato svariati abbracci e baci durante la giornata, senza ovviamente che la stessa spontneità fosse ricambiata.
Ma non passa il fatto che se decido di palparla in pubblico lei mi tratta come un cretino.
Io strabocco di ormoni.
Ogni giorno che non lo faccio è come un giorno inutile.
Mi cruccio di stare a perdere tempo, mentre il mondo si muove con il sesso, per il sesso.
La verità è che non vedo figa vera da troppi mesi ormai (eccetto quei pochi giorni di pazzia del "te lo facio vedere io quanto sono meglio delle altre").
Io vi venero. Non tutte, s'intende. Mica è automatico.
Ma la chimica del mio corpo è un cocktail risaputo.
Ormai ci vuole poco per reagire. E la reazione la si ottiene con semplici ricette.
Quando mi guardate parlando disinibite senza parole.
Quando camminando fate ondeggiare le vostre curve come una barca a vela all'ancora in rada.
Quando vi togliete le mutande infilando solo i pollici nell'elastico, ed aprite bene bene il palmo della mano, muovendovi come un bradipo perchè il gesto non finisca mai.
Quando siete vogliose di cazzo, che vi si impregna di umori anche quando dovete fare altro.
Quando pianificate a freddo come divertirvi usandoci.
Quando gemete senza controllo, come se foste animali e non donne.
Quando anelate all'animale che sta per esplodee tra le vostre cosce, o meglio acora tra le vostre chiappe dai glutei contratti.
Quando il miglior atto di devozione è un pompino vero, quello dove la vostra fantasia è in orbita, e non vi ferma nulla neanche il vostro orgasmo .
Ecco perchè vi venero.
Perchè al di là di quello che legalmente possiedo, la mia triste eccezione, so che sapete essere donne.
Di quelle che vivono appieno la loro femminilità.
Di quelle che godono spontaneamente della loro sessualità.
Di quelle che se la spassano.
Frustrazione totale oggi, scompaio perfino dall'online del messenger perchè non voglio proprio parlarne, altrimenti vi faccio un pippone che non finisce più.
Ne parlo solo con me stesso.
Triste. E invidioso.
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Isteria
mercoledì 2 maggio 2007
Il sesso delle caverne
Oggi distrattamente, quasi in maniera apatica, mi guardo velocissimo il corriere onlain tanto per non perdere il colpo sui discorsi distratti coi colleghi, su cosa succede nel mondo, chi ha vinto il grande fratello, e come son andate le partite ieri (che ingannato dal fatto che pensavo fosse lunedì e invece oggi è mercoledì almeno non faccio brutta figura).
Scorro i itoli velocemente ti trovo questo piacevole articoletto sul sesso preistorico.
Piacevole inizialmente per il contenuto, a poi mi imbatto nella seguente frase che mi fa scompisciare:
Un antico fallo in pietra, ritrovato in una caverna in Germania e studiato attentamente, dimostrerebbe come gli scambi di coppie e i «giocattoli sessuali» fossero normali anche allora.
"normali anche allora" ? Ah, perchè sono normali oggi ? No perchè detto da un autorevole giornale fa impressione.
Quindi ne devo dedurre che non sono io il malato a ritenere queste cose normali, ma lo sono quelli che vivono in un mondo senza trasgressione, senza passione e con troppe paranoie mentali sull'argomento.
Anzi quasi quasi mi dò dello scontato, del noioso.
Questa notizia vale un festeggiamento.
Chi si unisce al brindisi ?
Cin cin !
Scorro i itoli velocemente ti trovo questo piacevole articoletto sul sesso preistorico.
Piacevole inizialmente per il contenuto, a poi mi imbatto nella seguente frase che mi fa scompisciare:
Un antico fallo in pietra, ritrovato in una caverna in Germania e studiato attentamente, dimostrerebbe come gli scambi di coppie e i «giocattoli sessuali» fossero normali anche allora.
"normali anche allora" ? Ah, perchè sono normali oggi ? No perchè detto da un autorevole giornale fa impressione.
Quindi ne devo dedurre che non sono io il malato a ritenere queste cose normali, ma lo sono quelli che vivono in un mondo senza trasgressione, senza passione e con troppe paranoie mentali sull'argomento.
Anzi quasi quasi mi dò dello scontato, del noioso.
Questa notizia vale un festeggiamento.
Chi si unisce al brindisi ?
Cin cin !
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