sabato 1 dicembre 2007

Eccome se non è finita qui

Prologo e due.


E no che non è finita.

La mia nuova compagna di divertimenti ha continuato a giocare - tirando i dadi ed alzando la posta.
Ci siamo visti per una notte intera.
Ma non prima di averle fatto sudare i compiti.
Tre bande di raso, alte almeno quattro centimetri doveva collezionare.
Doveva scegliere della musica, quella che voleva.
Ed una collana di perle. Grandi, le avevo chiesto.
Poi l'avevo prima portata all'happy hour. Per disinibirla, ho pensato.
Ma non ce n'era stato bisogno. Allora avevo deciso di portarla a letto subito.
Passando dal sushi, ma senza prendere le 20.000 lire.
Perchè perdere tempo a comunicare producendo suoni con la bocca, quando si potevano anche aggiungere i messaggi delle cosce, dei sospiri, delle natiche, delle mani, degli sguardi, del calore del corpo, dell'umido della lingua in cerca di qualcosa.
Ma soprattutto, la voglia di soddisfare ogni nostro piacere.
A farmi da piatto per il sushi. Quello con tanta salsa di soya e wasabi, che le pizzica le parti intime ma senza distrarla .
A farsi bendare con una delle fasce, lasciarsi mettere a quattro zampe, farsi legare i polsi e le caviglie con le altre, e farsi scopare da una furia insaziabile. Mani mie sul suo bacino e sfondarla senza pietà. Riceverlo senza poter opporre resistenza. Neanche quando le ficco le dita in bocca, che lei sapientemente succhia e coccola.
Potere ancestrale di maschio - così deve essere.
A godersela chissà per quante volte, da entrambe le parti senza vergogna.
Ad usare la collana di perle da passare una ad una, lente ma inesorabili, come la peggiore delle torture, sulla clitoride ingrossata dalla mente infoiata della vittima: sperare che il filare non finisse mai. Che la pressione che esercito sia forte sì, ma non tanto da rovinare il giochino, frantumando la corda che tiene assieme la fila di sfere che la eccitano tanto, ma non la fanno mai venire.
A bere il nettare che la contraddistingue e che la bagna da dentro.
A succhiare il mio membro con gusto, quasi come se piacesse più a lei.
A conficcarle le unghie nel culo, per marchiarla come si fa con gli animali.
Già animali. Il tempo scorre e si ferma, mentre i nostri corpi animati all'unisono si fondono e si confondono, in un concerto animale.
Chiedere ed avere. Niente divieti. Niente paure. Niente limiti.
Davanti, sotto, di dietro.
Un pò remissimiva, ma va bene così per una volta - perchè è mia e non mi scappa.
Ore di giochi, di libidine, di amplessi armoniosi.
Fino al collasso fisico.
Quello accanto l'uno all'altro.
A dormire per il resto della notte.
E a risvegliarsi poi per scoprire solo di volerlo fare ancora.
Infine concludere con un innocente colazione anonima, tra sguardi forti, ed un bacio rubato sulle scale dell'ufficio, tra mille emozioni e stordimenti annessi.
Come qualcuno mi disse tempo fa: chi l'ha detto che non si può fare una bella scopata con un'amica ?
Godo del passato e mi preparo alla prossima.
Rinasco felice.
E vivo allegramente l'attesa.