giovedì 2 agosto 2007

Sono su una montagna russa. E non si ferma.

Alla fine il caffè me lo son fatto.
Da solo.
Ho spento le luci di fuori, a chi servivano più.
Ho tolto il cd di Lorenzo, che le piace tanto.
Ho tolto le mutande grigie, quelle che la eccitano.
La barba me la son fatta per nulla.
Il gel mi accompagnerà a letto.
Sul messenger posso ritornare visibile, nessuno mi interromperebbe.
Ho tolto i cuscini dal dondolo, che stanotte il prato si innaffia.
Ho spento il cellulare, oramai non chiama più.

Impazzire e crogiolarsi.

Eppure mi aveva detto che sarebbe passata.
Sarà successo un imprevisto, o semplicemente una normalità.
Queste storie clandestine sono a volte tanto trasgressive, quanto deludenti.
Mi piace rompere gli schemi però.
Se non puoi venire e neanche avvisarmi, così sia.
Senza paranoie.
Così come sarebbe successo, se fossi venuta qui.
A interrompere il dolce fluire della noia solitaria.
Con quel pizzico di instabilità che porti sempre con te.
Che però mi piace tanto, che mi fa sempre emozionare.
Anche se non ti ho visto.
Anche se non sarebbe successo nulla se fossi stata qui.
Ma proprio questo è il bello: vivere qui ma essere su di un altro pianeta.
E restare positivo.

Mi farò un bicchiere di latte.
Mi perderò nel suo colore pallido, che mi fa pensare a te.

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