martedì 14 agosto 2007

Il tempo uccide

Uno.
Due.
Tre.
Quattro.
Cinque.
Sei.
Sette.
Otto.
Nove.
Dieci.
Undici.
Dodici.
Tredici.
Quattordici.
Quindici.
Sedici.
Diciassette.
Diciotto.
Diciannove.
Venti.
Ventuno.

Ovvero, mi nutro di sesso ma sono costretto a digiunare.
Ventuno.
Lunghi da scrivere.
Noiosi da leggere.
Interminabili da vivere.
Ventuno giorni senza nutrirsi.

Sono frenetico e disorganizzato, ma riesco a mantenere le cose in movimento.
Come l'artista fa sempre girarei piatti cinesi, io faccio girare le cose attorno a me senza farle cadere nel dimenticatoio.
Grinta e determinazione.
Nonostante sia iperattivo, sopravvivo e non mi annoio.
Ma c’è un problema.
La pace. La quiete.
Non riesco a trovarla.
Eccetto che in un modo: il plateau del sesso ricco, il culmine del piacere edonistico.
L’esperienza regolatrice ultima, che mi permette di fare andare il resto senza intoppi.
Esperienza della quale ho bisogno di nutrirmi, avidamente.
Ventuno giorni di astinenza sono difficili.
Alterano il mio stato d’animo, frantumano il mio equilibrio, sbriciolano la buona volontà.
E ti lasciano il vuoto, pieno di rabbia.
Rabbia che ti spinge ad essere cacciatore. Come gli animali. Come puoi. Non ti fermi neanche quando giungi al Ventiduesimo giorno, quando il contatore si azzera.
Il tempo uccide.
Maledetto placebo del Ventiduesimo giorno.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Caro il mio tesoro.....come fai a resistere così tanto.....mi dispiace....resisti....ci sarà un tempo anche per te.....!!!! Auguri...baci baci baci...

A-Woman A-Man ha detto...

C'è la biochinica che ... spinge molto.
Cmq, considerazioni chimiche a parte, io rifuggo dalla pace, salla serenità atarassica. Veramente mi ammazza, mi fa stare male.
21 gg di astinenza sono serenità.
Mi pare però che 'sto distacco faccia stare sulla griglia pure te.