lunedì 23 luglio 2007

Riscoprire l'animale che è in te, in nero e rosa

Forme e colori.

Prendono le sinapsi a grappoli, e le stringono intorpedendole.

Forme e colori che vanno dirette al cervello. Comunicano senza parlare.

Forme e colori, ma anche grandezza e posizione.

E fu così che dopo indugi, titubanze, diffidenze, ci tatuammo.

"scegli tu dove metterlo", mi disse.

"Qui, dove si vede e non si vede". Nel menage giornaliero intendevo.

Ma si vede bene nel menage a due: quando sei a quatro zampe, ed il disegno nitido si fonde con le curve del tuo corpo.

E fu così che quel pomeriggio si spogliò, si distese sul letto , di fronte all'unico specchio della camera. Appoggiò prima le mani, poi i gomiti.

Infine passò la mano con le unghie dipinte rosso porco fino ad andare a toccarsi.

Come se io non esistessi, come se fossero due lei , una vera davanti a me, l'altra riflessa che ogni tanto mi guardava.

Un'armonia di rosa diversi, con quel meraviglioso nero del tatuaggio che si sposava con il colore delle scarpe, i cui tacchi orizzontali puntavano dritto a me.

Uno spettacolo da gustare, una storia da raccontare.
Finchè, confuso dai suoi fianchi selvaggi, decisi di scrivere il mio finale.
Quello fatto di movimenti lenti, quello che alterna le carezze dolci, al ratto delle ciocche bionde da usarsi come volante nella folle corsa verso l'orgasmo.

Desiderio, passione e utilizzo del corpo.
Lo scopo non è arrivare, ma viaggiare.
Viaggiare nel mondo della lascivia, infoiati dall'odore del sesso, mordicchiandosi le labbra.

Quelle del volto, e quelle della buia unione delle sue gambe.


Godo senza essere soddisfatto, perchè così posso averne ancora.

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