giovedì 26 giugno 2008

Il momento della verità

Avevo pensato al piano B, al piano C e pure a quello D.
Speravo che l'A si avverasse, perchè dopo tanto tempo a masturbarsi la mente era ora di passare al reale.
Ora ero lì, nervoso, guardando con rapidi movimenti dell'occhio a destra e a sinistra.
Mi sentivo come un agente segreto in missione.
Studiavo il territorio, alla ricerca di volti noti, per scongiurare il peggio, per sapere se far partire il piano B.
Areoporto.
Non sapevo quando sarebbe arrivata, non sapevo da quale porta, non sapevo come.
Ma soprattutto non sapevo cosa avrei provato dentro, dopo settimane di attesa.
L'aereo era arrivato, ora era tutto in mano all'agenzia che scarica i bagagli.
Immerso nei miei pensieri, oramai distratto eccola che arriva: due gambe da paura, vestitino rosso corto corto corto, scarpe laccate rosse con tacco da dodici, un sorriso smagliante, gli occhiali da porca, due poppe semi in vista.
Mi gurada negli occhi, sono io il suo machio. La abbraccio.
Il suo odore mi invade.
Percepisco che è in calore. Ha trovato pane per i suoi denti.
In quel momento mi accorgo che abbracciati non la vedo nel suo splendore.
Vedo invece la valigia: gigante. Lo so cosa contiene - lingerie e strumenti per i nostri giochi perversi.
Le do la mano e la porto in macchina.
Una volta dentro mi sciolgo in un bacio liberatorio.
La mia preda è venuta a trovarmi: inizia la chiusa storica.
Ma prima due tappe: in ufficio a recuperare le due scatole di cose collezionate e comprate durante le settimane precedenti: falli artificiali, mutandine di pizzo ma aperte, strumenti di piacere e tortura per i suoi capezzoli, miele, nutella creme e unguenti per sporcarsi tutti in serenità, manette e frustino di pelle, vari oggetti per fotterle il culo, calze di tutte le manufatture, qualche decina di preservativi, una bella Hitachi Magic Wand per farla impazzire e soprattutto il suo regalo per me opportunamente scelto con cura dalle sue proprie mani: un fallo (viola) enorme con un sostegno di pelle che lei rigorosamente indosserà e che mi ha promesso di usare su di me con perversione quando io indifeso e immobilizzato verrò punito dalla sua mente contorta.
Manca solo una cosa prima di lasciarsi al divertimento: una breve sosta al Leroy Merlin di zona per comprare qualche metro di corde, le fascine di plastica per bloccarle i polsi e un telone di plastica da usare per quando useremo l'olio d'oliva.
Chiedere queste cose innocenti ma con fini perversi è una libidine. Gli sguardi d'intesa si sprecano.
Già pregusto la giornata.
Lei non sa neanche che sarà rapita in un posto in mezzo alla campagna ad ululare coi lupi fino all'alba, travolta dalla furia che è in me.
Ripagata dalla sua oscura perversione.
In questo gioco - forse - che ci soddisferà.
Vedremo.
Io non sto più nella pelle, mentre lei mi accarezza il cazzo mentre guido.
Abbiamo bagagli pieni di sesso.
Due corpi affamati.
Due menti vogliose.
Tanto tempo da gustare.
E finalmente è tutto vero.

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