Lo guardo spesso questo monitor vuoto, temendo di andare a letto.
Ho voglia di sfogarmi, ma tutto quelo che vedo sono le mie dita che accarezzano invano i tasti inerti. Nn o neanche più voglia di descriverla questa apatia.
Sarà l'approccio del "Mi vuoi", anzichè del "Ti voglio".
Sarà quel poco di inerzia non propositiva, che ammazza ogni fantasia.
C'è un mondo sporco là fuori, che mi chiama.
Ed io dal mio mondo pulito lo ascolto, ma non mi ci avvicino.
Ticchettano le gocce di pioggia sul tetto, scandiscono il tempo perduto che non si recupera più.
Le sensazioni che accompagnano il desideio si intorpidiscono, perchè nessuno le stimola più.
Meglio bruciare veloci a bene, piuttosto che spegnersi lentamente.
"Questo no".
"Non così".
Stanchi di chiedere.
Stanchi di non lasciarsi andare.
Stanchi di non farlo sporco.
E' l'indifferenza che uccide il desiderio.
La consapevolezza che non si gioca più.
Per ora.
Il desiderio di cambiare giocatori.
Il desiderio di giocare sporco.
Senza regole.
Così come viene. Con chi viene.
La speranza di vedere mani dipinte di rosso che coprono le mie, rallentandole, ticchettando assieme sulla tastiera, per distogliermi da questo monitor vuoto. Per farmi rapire da un turbinio di emozioni forti.
Dove le gocce di pioggia sono il ritmo, non il passare del tempo.
lunedì 3 settembre 2007
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